Nel codice penale si parla di pericolosità sociale come requisito per l'applicazione delle misure di sicurezza. Da tempo si ritiene che tale concetto sia generico, indefinito e quindi di difficile applicazione, tanto da dover essere abrogato. Questo libro prova a prendere la questione da un altro punto di vista: e se fossero le misure di sicurezza ad essere superate e non la pericolosità sociale? L'indagine porta a verificare come, in realtà, il concetto di pericolosità sia centrale nel diritto penale ed estremamente attuale. Si pensi alle misure di prevenzione, che arrivano a giustificare limitazioni della libertà personale anche molto invasive a soggetti che non hanno commesso alcun reato. Da qui nasce la domanda se in diritto penale esista un unico concetto di pericolosità. Domanda che, attraverso un percorso che passa dall'analisi del linguaggio, porterà a concludere che quando un concetto generico si insinua nel diritto e ne riceve una definizione, diviene concetto normativo che, a fronte di un nucleo di significato comune, assume forme diverse a seconda del contesto e dell'ambito sistematico cui si riferisce.