È qualcosa di più che una vaga sensazione di irrequietezza quella che agita la giovane Barbara Lavette nella caldissima estate di San Francisco del 1934. Sua madre Jean, erede dell'impero finanziario dei Seldon, desidera per lei un destino all'altezza del nome che porta mentre il patrigno, uno dei più ricchi armatori della East-Coast, è disposto a pagare i migliori college di New York pur di tenere alla larga quella ragazzina e le sue sciocche idee di equità sociale. Ma Barbara non può dimenticare che nelle sue vene scorre il sangue dei Lavette. Lo stesso di suo padre, Danny, che era stato uno degli uomini più ricchi della California prima di liberarsi del suo patrimonio per inseguire una vita più semplice e autentica. Quando sul fronte del porto scoppiano gli scioperi che insanguineranno la città, Barbara capisce che non può tollerare la repressione ordinata dal patrigno e che è venuto per lei il tempo di cercare il suo posto nel mondo. Lo trova a Parigi, in qualità di corrispondente per una raffinata rivista newyorchese. E fra le braccia di Marcel, giornalista di Le Monde. Ma presto la Storia travolge ogni cosa. La guerra civile spagnola le porta via il suo pri- mo grande amore, ferito durante una spedizione al seguito delle Brigate Internazionali. Ed è forse per dimenticarlo che poco dopo Barbara, investita di una missione segreta, si reca nella Berlino nazista dove si decidono le sorti dell'Europa. Nel frattempo, a San Francisco, suo fratello Tom scopre nel patrigno un interlocutore molto interessato alle sue idee sul futuro della fortuna dei Seldon e comincia a ordire una trama per tagliare Barbara fuori dall'impero economico di famiglia... In Seconda generazione, tornano i personaggi che il lettore ha amato nel Vento di San Francisco, il primo capitolo della saga dei Lavette che con questo romanzo continua la sua cavalcata nel Novecento americano seguendo i figli di Danny, Jean e May Ling, dagli anni '30 al secondo dopoguerra. Una straordinaria saga familiare di coraggio, generosità e sentimento. «Uno scrittore simbolo delle contraddizioni del Novecento americano». Lara Crinò, il Venerdì di Repubblica «Persino i più critici hanno dovuto riconoscere le sue storie come veri page-turner». The New York Times