Personaggio paradigmatico dell'universo simenoniano, Popinga si insinua nella mente del lettore con una stupefacente familiarità. E' come una carta da parati che abbiamo visto per anni e improvvisamente si metta a parlare. Dal momento in cui, un giorno, Popinga esce di casa e, chiudendo la porta, esce anche da se stesso, incontriamo di tutto e non riusciamo ad evitare di vederlo con i suoi occhi. Il delitto, il terrore, la fantasticheria, la solitudine, la lucidità, la puntigliosità: sono nuovi pezzi su una vecchia scacchiera, e con il loro aiuto Popinga tenta disperatamente di eludere lo scacco matto. Alla fine, la sua vita, di cui ormai sappiamo tutto, sarà passata davanti ai nostri occhi, e ai suoi, come uno di quei misteriosi treni che amava guardare nella notte.
Kees Popinga, il protagonista di questo libro è il classico padre di famiglia, ligio al dovere, marito fedele, buon lavoratore, fino a quando succede lirreparabile: la ditta per cui lavora, che per lui è un sicuro punto di riferimento, fallisce. Popinga, ormai rovinato, si trova improvvisamente solo con se stesso e si rende conto di non riconoscersi nella visione che gli altri hanno di lui. Inizia così a vivere sfuggendo alle proprie abitudini e a tutte le regole che fino a quel momento avevano posto limiti alla sua vita e alle sue scelte. E un romanzo giallo, che affronta uno dei temi centrali per lessere umano: lidentità. Una lettura difficile da interrompere..
L'uomo che guardava passare i treni
Irene Ricci - 07/10/2013 14:02
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Simenon è un abile maestro nel tratteggiare e dare voce ai pensieri dei suoi personaggi, tanto reali da sentirli "vicini", da entrare per un attimo nel loro mondo. Quest'opera è particolarmente avvincernte e interessante anche dal punto di vista psicologico.
L'uomo che guardava passare i treni
Anonimo - 29/06/2008 19:58
5/
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Simenon riesce a presentare i suoi personaggi da più angolature. li costruisce ce li fa amare comprendere poi quando meno ce lo aspettiamo ribalta il punto di vista. il protagonista da un uomo in fuga dalla famiglia dalle stanche emozioni dalla vita ameba diventa negli occhi del suo segugio e ai nostri un efferato e sadico criminale. un romanzo sull'animo umano e i suoi misteri, le sue contraddizioni, scritto come questo grande scrittore sa fare.
L'uomo che guardava passare i treni
Francesco Passa - 18/05/2004 19:49
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5
Primo libro di Simenon. Non sarà l'ultimo, per me. Un libro che si legge piacevolmente, rapido, scritto bene, con cura e amore del particolare. Una storia scritta lievemente che pesa invece come un macigno. Nel protagonista del libro ci siamo tutti noi, è la parte ''black'' che aleggia nell'anima di tutti. Per me questo è un signor libro, questa è cultura
L'uomo che guardava passare i treni
Faldi - 29/08/2002 11:44
4/
5
Mai affrontato Simenon nonostante me lo consigliassero in tanti: pareva il solito scrittore di commissari.
All'ennesima ''spinta'' di un amico ho ceduto ed ho quindi letto (meglio: divorato) il libro per me più accattivante di quelli letti ultimamente.
E' bello, scritto benissimo.
Ha una suspence nella sostanza forte ma del tutto ''leggera''.
E' privo sia del macabro sia di quell'umorismo da 2 lire che pervade qualche libro del ''genere'' e a mio avviso lo rende indigesto.
Compratelo, leggetelo e fatemi sapere se mi sono troppo esaltato !
Sonia Martini - 07/10/2013 15:04
Irene Ricci - 07/10/2013 14:02
Anonimo - 29/06/2008 19:58
Francesco Passa - 18/05/2004 19:49
Faldi - 29/08/2002 11:44