Questo libro fa qualche cosa di nuovo: svela il meccanismo creativo che sorregge l'ispirazione e la scrittura. Svela quell'automatismo di soluzioni e invenzioni che viene dal più profondo sedimento dell'esperienza pregressa o recente e che difficilmente si riesce a ricostruire nei suoi passaggi. È un libro di rimandi, citazioni, contaminazioni e di tradimenti. Un libro che narra di furti, perché rubare significa prendere con forza ciò che appartiene ad altri e farlo proprio. Se l'utopia di ogni drammaturgo è creare qualche cosa di vivo, che risvegli le coscienze o che faccia anche solo indispettire, allora ben venga questa sfida, nella consapevolezza che antico e vecchio non significano morto. Dialogherete con i grandi drammaturghi - Sofocle, Shakespeare, Voltaire, Hugo, Flaubert -, con personaggi mitici - Giocasta, Elena, Candido, Rigoletto, Madame Bovary -, con qualche donna o uomo famoso e con molti perfetti sconosciuti, che per una sera saliranno sul palco; forse incontrerete perfino un gatto e diventerete amici o addirittura nemici.