23 agosto 1268. In una sperduta località della Marsica, Tagliacozzo, i cavalieri si preparano alla battaglia. Da un lato troviamo schierati i soldati tedeschi e i ghibellini italiani, raccolti attorno al duca di Svevia, legittimo pretendente del Regno di Sicilia, il giovanissimo Corradino. Dall'altro le truppe francesi e i guelfi della Penisola sotto le insegne del sedicente sovrano del Mezzogiorno, lo spregiudicato e ambizioso Carlo d'Angiò. Lo scontro che ne segue è destinato a segnare il futuro dell'Italia: di fatto da questo momento il Sacro Romano Impero perderà ogni ruolo nel nostro paese e per lunghi secoli il Papato si troverà a svolgere un ruolo egemonico. Non solo, da ora il Mezzogiorno si troverà ad avere nuovi sovrani stranieri, francesi o spagnoli, che ne separeranno interessi e destini dal resto della Penisola. L'introduzione, per la prima volta in Europa, delle tattiche apprese dai saraceni nel corso delle crociate, contribuisce a rendere unica questa battaglia anche da un punto di vista militare. Il mondo cavalleresco, con i suoi riti e i suoi vincoli, viene cancellato e sostituito da forme di guerra brutali e prive di remore.