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Il romanzo è generato dai ricordi di un giornalista di un quotidiano generalista, che scrive indifferentemente di musica, di cronaca, di cinema o sport. Le sue storie, i suoi racconti, la sua scrittura regalano emozioni. Lui al Mondiale del 1970 c'era ed è attraverso i suoi ricordi che le storie prendono corpo, intrecciandosi intorno al pallone. Il romanzo prende spunto da eventi di costume, fatti realmente accaduti. L'Italia è un Paese sospeso, quelli sono anni vissuti a tutta e di grande ottimismo, di sogni e ambizioni. I giovani hanno tanta voglia di socialità e condivisione: sono meravigliosamente irsuti e senza tatuaggi, ma soprattutto visionari. Gli anni '60 fanno spazio ai '70, che saranno di tensione, terrorismo, morte e distruzione. Anni di incertezza. Ma anche di crisi economica e di aumento a dismisura del deficit. Il 1970 è forse l'ultima, vera illusione, un bivio che porterà, oltre a una débacle pubblica che fa da spartiacque. E' il prologo dell'inizio della fine della grande illusione. Questo libro vuole raccontare tutto quello che si proietta sullo sfondo del 'Mondiale'. Non solo gol, ma anche storia, cultura, musica, cinema e costume.