Nei primi anni del Novecento, gli stessi in cui il governo degli Stati Uniti lanciava una campagna di assimilazione dei nativi sopravvissuti ai massacri del secolo precedente, si impose al mondo Jim Thorpe, appartenente alla nazione indiana Sac e Fox e ancora oggi ricordato come uno dei più grandi atleti americani di tutti i tempi. Campione della squadra di football della scuola indiana di Carlisle, che trascinò a clamorosi successi sui college dell'élite, Thorpe vinse due ori alle Olimpiadi del 1912 poi revocati perché accusato di professionismo. Giocò ai massimi livelli nel football e nel baseball, concludendo la sua carriera proprio mentre la crisi del '29 sconvolgeva l'America. Varcata la soglia della povertà, si prestò a svolgere numerosi lavori, fino a diventare sindacalista dei nativi assunti come comparse sui set di Hollywood. La sua storia incrociò la Storia in più punti. Ebbe carteggi con presidenti americani, Marilyn Monroe come vicina di casa, il pugile Jack Dempsey per amico, la poetessa Marianne Moore come insegnante. Burt Lancaster fu la star chiamata a interpretare un film su di lui. Tommaso Giagni ricostruisce la vita di un personaggio irripetibile, unendo il rigore della ricerca storica all'utilizzo di una lingua trascinante, in una biografia che getta una nuova luce su Thorpe ma anche sull'America della prima metà del Novecento, tra razzismo, eugenetica e intrattenimento di massa.