Rocco Schiavone, vicequestore ad Aosta, è ricoverato in ospedale. Un proiettile lo ha colpito in un conflitto a fuoco, ha perso un rene ma non per questo è meno ansioso di muoversi, meno inquieto. Negli stessi giorni, durante un intervento chirurgico analogo a quello da lui subito, un altro paziente ha perso la vita: Roberto Sirchia, un ricco imprenditore che si è fatto da sé. Un errore imperdonabile, uno scandalo clamoroso. La vedova e il figlio di Sirchia, lei una scialba arricchita, lui, molto ambizioso, ma del tutto privo della energia del padre, puntano il dito contro la malasanità. Ma, una sacca da trasfusione con il gruppo sanguigno sbagliato, agli occhi di Rocco che si annoia e non può reprimere il suo istinto di sbirro, è una disattenzione troppo grossolana. Sente inoltre una profonda gratitudine verso chi sarebbe il responsabile numero uno dell'errore, cioè il primario dottor Negri; gli sembra una brava persona, un uomo malinconico e disincantato come lui. Nello stile brusco e dissacrante che è parte della sua identità, il vicequestore comincia a guidare l'indagine dai corridoi dell'ospedale che clandestinamente riempie di fumo di vario tipo. Se si tratta di delitto, deve esserci un movente, e va ricercato fuori dall'ospedale, nelle pieghe della vita della vittima. Dentro i riti ospedalieri, gli odori, il cibo immangiabile, i vicini molesti, Schiavone si sente come un leone in gabbia. Ma è un leone ferito: risulta faticoso raccogliere gli indizi, difficile dirigere a distanza i suoi uomini, non può che affidarsi all'intuito, alle impressioni sulle persone, ai dati sul funzionamento della macchina sanitaria. E l'autore concede molto spazio alla psicologia e alle atmosfere. Rocco Schiavone ha quasi cinquant'anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. Sullo sfondo prendono più rilievo le vicende private della squadra. E immancabilmente un'ombra, di quell'oscurità che mai lo lascia, osserva da un angolo della strada lì fuori.
Una lettura tutta d'un fiato. Schiavone un personaggio a tutto tondo.
Consigliato
Ah l'amore l'amore
Sissi De Carli - 19/02/2020 01:11
5/
5
Ho letto tutto d'un fiato quest'ultima fatica di Antonio Manzini, scritta con la solita bravura, ironia, sentimento e suspense.La vicenda del burbero, a volte scontroso ma sempre, a suo modo, umano vicequestore questa volta da ampio spazio alle storie personali dei suoi sottoposti,storie che si seguono con piacere, tanto quanto la parte "gialla" e intrigante dell'indagine. Lo consiglio caldamente!
Ah l'amore l'amore
Elda Comuzzi - 01/02/2020 11:02
1/
5
Sono una fan di Rocco Schiavone. Anzi, lo ero. Manzini secondo me, ha tirato un pò troppo sulla sua personalità rissosa, manesca e scazzata. Non entro nei dettagli per chi deve ancora leggere il libro,ma non mi è piaciuto il comportamento del protagonista. Della serie, è quello che mi è piaciuto di meno. Io non lo consiglio.
Ginevra Canghiari - 08/03/2024 18:54
Sissi De Carli - 19/02/2020 01:11
Elda Comuzzi - 01/02/2020 11:02