Dalla metà degli anni Sessanta in poi, la sfida posta al cinema dal capolavoro di Marcel Proust "Alla ricerca dei tempo perduto" è stata raccolta da personalità artistiche quali Ennio Flaiano, il premio Nobel Harold Pinter e il regista del tempo Luchino Visconti: il lungo progetto produttivo che li ha visti protagonisti ha avuto termine con "Un amour de Swann" (1984) di Volker Schlöndorff. Bisogna attendere che il cinema faccia propria la lezione della Nouvelle Vague perché un "effetto" Proust sia riconoscibile e divenga proficuo: lo dimostrano i film "Le temps retrouvé" di Raoul Ruiz (1999) e "La Captive" di Chantal Akerman (2000). Incrociando gli strumenti della comparatistica con i metodi dell'analisi del film, questo saggio pubblicato offre uno studio storico e teorico sulla capacità del cinema di adattare la "Recherche" e di assorbire la lezione estetica e narrativa proustiana.