"All'ombra delle fanciulle in fiore" descrive l'itinerario di un doppio apprendistato, erotico e artistico. Il ruolo di iniziatrice è affidato a Gilberte e la storia della passione da lei suscitata in Marcel forma la parte mediana di una specie di teorema tripartito sull'amore, un trittico che si era aperto con "Dalla parte di Swann" e si chiuderà sull'amore di Marcel adulto per Albertine. Tutto, in questo episodio apparentemente innocente in un corteggiamento tra adolescenti, ha un valore esemplare: il contrasto tra l'attesa febbrile della persona amata e la delusione che la sua presenza provoca, con il conseguente continuo aggiornamento delle speranze, e l'impossibilità di vivere la felicità come momento attuale; i colpi di scena, che dischiudono possibilità nemmeno sognate dove tutto sembrava perduto; la 'ginnastica dell'indifferenza' perseguita con sorprendente lucidità dal giovane Marcel; la rottura infine di questo circolo vizioso operata dal tempo, che, capricciosamente e attraverso varie intermittenze, ma inesorabilmente, porta l'oblio. Ma amore e arte, lungi dall'escludersi, si aiutano a vicenda, dal momento che è Gilberte a fare da tramite fra Marcel e Bergotte, ed è nell'atelier di Elstir che Marcel inaspettatamente incontra Albertine. Ma questa felice (e adolescenziale) intesa si rivelerà una delle tante illusioni e false piste di cui è disseminato il cammino della "Ricerca"; illusioni di cui non si può nemmeno dire che siano necessarie a preparare la finale scoperta della verità, giacché questa nel pessimistico universo proustiano è concessa in modo capriccioso e imprevedibile, come una sorta di grazia gratuita (e nei confronti della quale l'unico atteggiamento richiesto è una sorta di disponibilità).