Ricercare nuovi usi dell'architettura esistente e affrontare i problemi posti dal suo adeguamento ai bisogni della contemporaneità, rende necessario comporre strategie progettuali capaci di descrivere crescenti livelli di alterazione. La costruzione di un rapporto virtuoso tra antico e nuovo definisce infatti un ambito di ricerca in cui alla necessità di conoscenza e rispetto dell'identità del bene si affianchi una consapevole capacità di alterarlo. All'interno di uno scenario urbano in cui coesistono i frammenti abbandonati della città - vale a dire i rifiuti della storia, identificabili nei siti archeologici o nei ruderi dei monumenti, le rovine del tardo Moderno e i manufatti incompiuti -, occorre interrogarsi sulla validità della distinzione fra le tradizionali categorie di intervento sul costruito e l'eventualità di nuovi innesti. Ad esempio, il tema di una reinterpretazione ragionata delle strutture investite dal sisma che ha recentemente colpito le regioni dell'Italia centrale presenta inediti livelli di complessità e non può non coinvolgere il rapporto fra la preesistenza - pur mutilata e discontinua - e i necessari interventi. La sfida si dispiega qui in tutta la sua ampiezza e ci impone di guardare agli esempi del passato come a un riferimento su cui fondare nuovi temi di ricerca progettuale.