La questione dei repertori musicali per la scuola viene affrontata in ogni diversa situazione in modo diverso a seconda della formazione musicale e didattica e delle scelte preferenziali operate dall'insegnante specifico. Ne risulta un panorama assai variegato del quale è anche specchio la discreta ampiezza della relativa offerta editoriale. Non sempre tale offerta, e anche quella autonomamente elaborata da quegli insegnanti che possiedono la capacità di arrangiare in proprio e di coordinare il gruppo scolastico in un lavoro collettivo di elaborazione, risponde purtroppo ai requisiti di qualità, sia estetica che di genere, ai quali sarebbe opportuno attenersi nel percorso di formazione e di esperienza che si offre a bambini e giovani. Molto diffuso, ad esempio, è il ricorso a materiali provenienti dai repertori della canzone, delle colonne sonore o anche della musica classica - nella logica del ricorso ai "temi celebri" - oltre che di un tipo di materiale popolare a volte troppo antiquato. Certo, la risposta adeguata all'esigenza didattica sta sempre nel "come" poi tali materiali vengano rimanipolati: e in questo è determinante appunto la complessiva formazione musicale, didattica ed estetica dell'insegnante. Tuttavia, spesso, all'origine di prodotti che finiscono per risultare piuttosto spoetizzanti c'è anche una interpretazione riduttiva di un principio pedagogico che pure, qualche decennio fa, produsse una grande svolta didattica: e cioè che nelle pratiche di tipo attivo si dovesse partire dalla esperienza degli stessi bambini, piuttosto che imporre loro qualcosa di ancora estraneo al loro vissuto (come si usò dire con un neologismo generato ad hoc). Se questo principio pedagogico resta più che mai sacrosanto, tuttavia, una volta sviluppato un approccio avviato in questi termini non ci si può fermare ad esso: si cadrebbe nello stesso equivoco al quale si è ridotta la televisione per il fatto di voler dare all'utenza solo ciò che essa chiede. La scuola deve essere sì il luogo di un approccio misurato sul vissuto e sullo stadio evolutivo del bambino, ma, immediatamente dopo, non può non diventare luogo di nuove proposte, luogo di sorprese, di provocazioni, di stimoli sempre nuovi e più avanzati. Tornando ai repertori musicali, una delle possibili aree di reperimento di materiali è quella etnica extraeuropea, spesso - ma, attenzione: non sempre, non è mai bene assolutizzare - ben rispondente alla sensibilità e ai gusti di bambini e giovani. Esistono esperienze eccellenti, in questo senso, soprattutto ad opera di insegnanti abili ed espertissimi nella elaborazione collettiva di prodotti musicali scolastici. Il volume di Sestino Macaro si inserisce in questo filone, con dei brani già pronti, nei quali riversa le sue capacità e le sue esperienze in ambito compositivo, jazzistico, didattico. Un materiale senz'altro utile e stimolante per chi ci si sa riconoscere. (dalla prefazione di Giovanni Piazza)