«Questo territorio dell'amore è un po' come la Palestina, mista con il Tibet, il Pakistan e la Siria. Ha dei confinanti bombaroli, insidiosi, alcuni addirittura in guerra.»
È invalsa la teoria che oggi ci si lasci più di ieri. Lo dicono gli psicologi, lo dicono gli avvocati e in effetti ci si lascia molto, ci si lascia presto. Sembra quasi che la quantità di volte in cui ci si lascia superi quella delle volte in cui ci si mette insieme, il che pone perplessità algebriche.
Le coppie scoppiano, poi se ne formano di nuove, nascono famiglie allargate, i contorni delle relazioni si fluidificano, si sperimenta di più con i corpi come con i sentimenti e insomma la sensazione è che si faccia un gran casino. Ma intanto che sorgono nuovi (non)schemi le vecchie tignose regole tentano di resistere per ricondurci a ruoli superati (o almeno superandi).
Teresa Cinque, che si definisce ''ricercatrice sentimentale'', ha molto errato nei territori dell'amore, in entrambi i sensi che la parola errare offre. Sia quello di sbagliare che quello di viaggiare, camminando anche sui bordi della mappa e interrogandosi sul misterioso rapporto che lega le persone tra passione, lotta e tenerezza, tra ormoni e mistica, tra gravità e leggerezza e senza risparmiarci narrazioni e aneddoti tratti dal vissuto personale (quello che si chiama sporcarsi le mani o, anche, partire da sé).
Questo libro è il risultato delle sue esplorazioni e, in quanto "manuale umile", contiene diversi consigli, a cominciare dall'invito, a tutti, di prendere coscienza di quel che è accaduto tra uomini e donne finora. Dell'oppressione che un genere ha esercitato sull'altro, consapevolezza indispensabile per dialogare su basi concrete e senza continuare a fraintendersi (o fingere di).
In poche parole per uscire dal garbuglio di regole, tabù, malintesi e "doveri" che quasi non ci lasciano più respirare c'è bisogno di femminismo, sia per le donne che per gli uomini.
Ecco quindi la necessità di questo libro, così chiaro e talmente prezioso che avreste voluto averlo tra le mani anni fa. Fin da quando frequentavate la scuola. Anzi fin dall'asilo, perché la verità è che da lì dobbiamo ripartire, dalle basi.