«Un felice zibaldone. I testi di Alessandro Bergonzoni non sono giochi di parole. Sono fuochi d'artificio, con i quali prova ad illuminare la volta sempre più del presente. » Il Fatto Quotidiano - Giuseppe Cesaro
«Un testo formidabile. » Il Manifesto - Enrico Terrinoni
«In "Aprimi cielo" Alessandro Bergonzoni torna a stupirci non solo assegnando un senso "altro" ai singoli lemmi, ma insegnandoci che il buon uso dei vocaboli migliora le relazioni tra esseri umani. » la Repubblica - Luigi Manconi
«Con la comicità e i giochi di parole Bergonzoni costruisce mondi impossibili che alla fine somigliano molto al nostro. » Il Venerdì - la Repubblica - Stefano Bartezzaghi
«Dedicato al punto nodale, che slaccerò. Al punto morto, che rianimerò. Al punto di non ritorno, che comunque aspetterò. Al punto cieco, che accompagnerò ovunque.»
Questo volume porta alla luce oltre dieci anni di ricerca di Alessandro Bergonzoni dalle pagine del «Venerdì di Repubblica»: idee, domande, déjà-vu, babelici elenchi, reiterazioni che inglobano e travalicano l'attualità, e ci permettono di scoprire gli universi comici, folli, intimi, politici e sociali dell'autore: un raccolto istantaneo frutto però di un tempo scandito e seriale, di un ritmo continuativo che qui perde la sua identità e lascia fare a chi legge altri ordini e altre sequenze, altre visioni d'insieme e particolari, note e ignote, dando un ordine che può essere rispettato ma forse anche perduto. Con lo stile inconfondibile che non lascia né tregua né riposo al lettore, continuamente sfidato a scavare tra le infinite potenzialità della mente e della scrittura, Bergonzoni affronta dialetticamente quanto troppo spesso siamo invece portati a ignorare, a rimuovere e a non voler conoscere. Il risultato è una raccolta antologica capace di spaziare tra registri e tonalità diversi, per farci compiere un percorso tra le mille anime, spesso sconosciute, di questo poliedrico artista. Uno stile di «Damocle» che pende sulla testa di chi vuol ritrovare un Bergonzoni e ne scopre cento, trovandone uno e perdendone chissà quanti altri, probabilmente misteriosi anche all'autore stesso.