Arte, comunicazione, moda e mercato sono la stessa cosa anche con l'avvento della crisi. Basta essere visibili in questo tour de force, procedendo tra uno slittamento e l'altro, in una soglia di urgenza metafisica, poetica, che guarda altrove, al proprio abisso, all'esistenza che fa essere. Realtà e verità si trasformano. Per capire questa trasformazione si deve fare riferimento al concetto di restituzione, così come l'aveva intuito Jacques Derrida. La restituzione ridà all'opera il suo parergon, segna storicamente il confine tra il dentro e il fuori, tra il privato e il pubblico, il suo esser nello spazio del quadro e nel reale dello spazio contingente. L'arte è utile alla società, testimonianza o evasione, sostanziale meccanismo di svelamento della realtà e possibilità rigenerativa. Lo spazio, la contemplazione, nuove dimensioni narrative, al di là delle stesse modalità con cui si mostra il reale. La modernità va rivista e riesaminata dal punto di vista dell'agire piuttosto che della tecnica, nel suo essere e divenire in costante e continua evoluzione.