«Il teatro dell'attore immaginario è un teatro scritto e vivo, che invita a leggere e vedere oltre la scena.» "Immaginario" è l'attore che ogni bambino sogna di essere. L'"Atlante" riassume le esperienze dall'autore - sedimentate negli anni, a partire dall'avanguardia teatrale romana - e raccoglie appunti, sogni, illusioni, versi sulle pratiche necessarie per ritrovare la dimensione dell'aspetto. Queste note aprono sentieri non ancora percorsi nella creazione drammaturgica, a partire dalla relazione profonda che esiste tra l'essere umano e la Terra. L'attore infatti non può limitarsi a ripetere stancamente e inutilmente le afflizioni umane, ma deve aprirsi alla natura del mondo. Tutto ciò che è illuminato ha un lato d'ombra, che quasi sempre nasconde la vera natura delle cose: la loro parte invisibile e inudibile. In questi territori oscuri si cela l'essenza, si coglie l'aura che ogni essere disegna intorno a sé. L'essere umano non ha voce se non è in grado di ascoltare. Si rende necessario, allora, affrontare le zone d'ombra, tenendo sempre presente che noi stessi siamo apparizioni. Perciò non ha senso tentare di trasmettere significati; occorre evocare visioni.