Nella provincia austriaca, in un paese placido e grazioso, di quelli da cartolina con i gerani alle finestre, il bel poliziotto Kurt Janisch con una moglie e una famiglia, ma solo per salvare le apparenze è addetto alla sorveglianza del traffico stradale. Nessuno sospetta che l'ufficiale nella sua irreprensibile uniforme, mentre appare intento nell'esercizio delle sue funzioni, in realtà si sta procurando nuove prede per soddisfare la propria sfrenata avidità. Ferma donne sole, annota targa e indirizzo e poi va a suonare ai loro citofoni. Le seduce, le rende sessualmente succubi e fa in modo che gli intestino tutti i loro beni. È così che, tra le altre, circuisce la matura Gerti, ma nel contempo frequenta la sedicenne Gabi, in relazioni dagli esiti drammatici. Un uomo irresistibile per queste donne infelici, disposte a lasciarsi torturare, ad arrendersi alla sua cieca avidità, anche a morire, se necessario. Quelli che si instaurano sono rapporti squallidi tra un colpevole violento e una vittima compiacente, inquadrati dallo stile ostentatamente crudo e impietoso di Elfriede Jelinek. Un romanzo che è la satira graffiante di un mondo corrotto, ipocrita e cinico, senza speranza ma soprattutto senza redenzione. "Il fluire musicale del canto e controcanto nei suoi romanzi rivela, con straordinario fervore, l'assurdità dei cliché della nostra società e il loro potere soggiogante." Dalla motivazione per il premio Nobel per la Letteratura "Una delle scrittrici più caustiche, più anticonformiste e più impegnate della letteratura contemporanea." la Repubblica "Nei suoi testi attacca tutto, il perbenismo, il soffocante amore delle madri, la pornografia e la violenza maschile sulle donne, la politica, l'antisemitismo latente..." la Stampa