Sinclair Lewis è stato il primo statunitense a vincere il premio Nobel, nel 1930, "per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi".
Con uno stile di scrittura rivoluzionario, Lewis prese posizioni coraggiose e in controtendenza che contribuirono alla decostruzione del mito americano. Nelle sue opere vi è costantemente una critica brillante, sagace e fortemente satirica dei costumi della borghesia che, mettendo in risalto le contraddizioni più latenti e ipocrite, riesce a demistificarne la presuntuosa onnipotenza.
Nel suo discorso tenuto il 12 dicembre 1930, in occasione del conferimento del Nobel, affermò:
"In America, la maggior parte di noi - non solo i lettori ma anche gli scrittori - ha ancora paura di qualsiasi letteratura che non sia una glorificazione di tutto ciò che è americano, una glorificazione dei nostri difetti oltre che delle nostre virtù. Per essere non solo un best seller in America, ma per essere davvero amato, uno scrittore deve affermare che tutti gli uomini americani sono alti, belli, ricchi, onesti e dei campioni a golf; che tutte le città di campagna sono piene di vicini di casa che non fanno nulla tranne che essere gentili gli uni con gli altri, ogni giorno; che sebbene le ragazze americane possano essere delle ribelli, si trasformeranno sempre in mogli e madri perfette".
La raccolta comprende "Babbitt", "Arrowsmith" e "Dodsworth".