L'agricoltura industriale si basa infatti sul consumo intensivo di combustibili fossili, impiegati per produrre fertilizzanti e pesticidi e per alimentare il sistema agricolo globale. Se è vero che le applicazioni della chimica e della meccanizzazione all'agricoltura hanno assicurato rese tali da soddisfare i fabbisogni alimentari di un numero enorme di persone, è altrettanto vero che negli ultimi anni, anche a causa delle richieste crescenti da parte della Cina e di altri paesi emergenti, il modello meccanicista ha iniziato a mostrare limiti evidenti. Le risposte - cibi modificati geneticamente, brevetti sulle sementi e sugli organismi e monocolture estreme - vanno nella direzione sbagliata, e rischiano di amplificare i danni già prodotti agli ecosistemi e alle popolazioni che li abitano. L'accelerazione dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici costituisce poi un'ulteriore ragione per affrancarsi quanto prima dall'agricoltura industriale, responsabile su scala globale di una quota significativa di emissioni di gas serra.