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Nel ricco panorama insediativo legato a residenze di lusso nell'area del Golfo di Napoli, l'isola di Capri riveste un ruolo particolarmente importante al quale nel tempo purtroppo è corrisposta una certa marginalità nell'ambito degli studi archeologici. Estremamente significativa è la figura di Ottaviano, di lì a poco Augusto, il quale di ritorno dalla vittoriosa battaglia di Azio decise, nel 29 a.C., di inserire l'isola tra i suoi possedimenti privati e di costruirvi una o più ville dedicate ai suoi momenti d'otium. Il presente lavoro ha evidenziato tracce significative della sua presenza sull'isola in uno dei più grandi edifici conservati, nell'area nota come "Palazzo a Mare", grazie all'analisi dettagliata dei rinvenimenti archeologici. La villa, nota fin dal Cinquecento e meta fissa di numerosi viaggiatori eruditi tra Seicento e Ottocento, occupa l'area Nord-Occidentale dell'isola e si dispiega attraverso spazi pianeggianti, terrazzamenti e quartieri marittimi. Attraverso un accurato studio delle testimonianze storiche e delle tracce archeologiche, spesso monumentali come nel caso dell'esedra-ninfeo posta presso i cd. "Bagni di Tiberio", si è tentata una ricostruzione dell'edificio, con particolare riguardo al rapporto tra le diverse aree funzionali, il percorso viario dell'isola e le aree circostanti.