Primi di luglio 1610... Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) sta risalendo il Tirreno in direzione di Roma. Giunto a Palo viene arrestato e messo in cella con un ragazzo tredicenne al quale confida la propria vita e illustra le proprie opere, «quasi mettendole in scena ad una ad una». Un capolavoro di Caravaggio non è una carezza di colori delicati, ma un pugno nello stomaco; non è un sussurro, ma un urlo assordante, un taglio netto e cruento, un dito che entra in profondità nella carne. Questo libro racconta con grande acutezza di sguardo l'opera caravaggesca, suddivisa nelle cinque stanze di una ideale mostra. Lo spettatore è invitato ad entrare dentro la scena per diventarne partecipe perché in essa si mostra e accade il dramma dell'esistenza. Dramma, non tragedia, però, perché nel buio delle cose sempre irrompe da una misteriosa sorgente la luce della grazia.
Questo libro fa venir voglia di leggerlo già solo sfogliandolo per la prima volta, è una gioia per gli occhi che si rinnova ogni volta che lo leggo. Originale l'idea dell'autore secondo la quale ha costruito il libro, per non parlare delle immagini a piena pagina: meravigliose e di qualità. Complimenti al professor Filippetti, ha realizzato davvero un bel libro.
ELENA BALASSO - 13/06/2014 13:31