Nel 1990, quasi rispondendo a un misterioso segnale, un uragano di crescente intensità venne a scuotere fin dalle fondamenta la prima Repubblica. Uno stressante rito di purificazione, celebrato dalla magistratura, investì la vita pubblica. La Politica venne spezzata in due blocchi: da un lato i "cattivi", accusati dei più turpi misfatti e di voler imprimere, operando al servizio di forze oscure e criminali, una torsione autoritaria al sistema di governo; dall'altro lato i "buoni", animati dalla strenua volontà di difendere la Repubblica delineata dalla Carta del '48, disinquinandola da quei misfatti per poi consegnarla in dono a "forze nuove e incontaminate", cioè ai "buoni". Il Popolo aveva in quel rito il compito di schiacciare sotto il peso dell'indignazione la Politica "corrotta", decretando il trionfo della Politica dalle "mani pulite". Ma l'indignazione popolare è una forza che una volta scatenata prende il corso che vuole. E quando prevalse in molti l'idea che i "buoni" altro non erano che "cattivi" in maschera, e che il gioco era truccato, la Politica andò a picco tutta intera, trascinando nei gorghi dell'ignominia la prima Repubblica, che pure aveva fatto in vita cose splendide. L'autore, testimone "privilegiato" che visse ad occhi aperti quei fatti lontani, li descrive adesso documenti alla mano, raccontando un dramma intriso di ipocrisia: raccontando cioè una storia che deluderà chi crede alle favole.