Un diario contemporaneo come il sushi di un ristorante giapponese all'Aventino. Ricordi di errori stampati sulla faccia e di idee confuse, di altri tempi e di battaglie cruente ma anche di sbagli recenti e previsioni astrali e libri di Proust. Un diario tendenzialmente metropolitano, di stazioni chiuse e di scale, di pensieri perfetti e luoghi oscuri e virtuali, di prospettive malinconiche e malesseri accucciati nella mente. In queste pagine i giorni di un anno si srotolano come fogli di carta assorbente tirati con troppa forza, che non si fermano e arrivano fino al pavimento, adagiandovisi, strato su strato, sotto lo sguardo di cabine telefoniche a-contemporanee e solitarie, nel centro di Roma.