La sovreccitazione continua della vita moderna lede il nostro organismo più di quanto si possa immaginare. Non sempre ci si rende conto che bastano poche ore di lavoro straordinario per dare il colpo di grazia ad una psiche sovraccarica di pensieri, di preoccupazioni, di affanni. Il sistema nervoso non è indipendente dal resto dell'organismo. Una lesione di qualsiasi parte del corpo può urtare per contraccolpo il cervello, una anche temporanea stanchezza cerebrale può favorire l'insorgenza di una malattia organica. La medicina psicosomatica ha messo in luce importanti connessioni esistenti fra Psiche e Soma o corpo. Da queste recenti conoscenze è sorta la psicoterapia, potente arma di difesa e di prevenzione contro la maggior parte delle disarmonie e degli squilibri psico-organici. Troverete in queste pagine utilissimi insegnamenti. Nel susseguirsi dei vari mutamenti sociali si sono delineati numerosi stati di incapacità all'adattamento, e grande è il numero di coloro che non hanno saputo far fronte a tali difficoltà. Ecco perché i "nevrastenici" si contano oggi a schiere. Le nevrosi di cui essi sono affetti, pur prendendo molte volte un aspetto veramente preoccupante ed essendo accompagnate da stati d'animo penosi e da dolore, vengono purtroppo assai spesso considerate, nell'ambiente che circonda i malati, come "malattie immaginarie". Sentendosi abbandonati da tutti e credendo per tale ragione di essere stati classificati come malati incurabili, i nevrastenici finiscono per cadere nella più nera disperazione. Incatenati da questa specie di abbassamento morale, coscienti della loro inferiorità, provano un senso di profonda vergogna per la loro malattia, si tirano in disparte e rinunziano di loro spontanea volontà a comparire nel consorzio umano. Il dare a malati un consiglio come: "Non ci pensi più!" è certo il modo migliore per istradarli verso la guarigione, ma espressa con queste poche parole, la formula non è completa. Bisogna infatti insegnare loro il metodo da seguire per non pensare più alla malattia e bisogna cercare di convincerli poco a poco. Ecco dunque chiarito il primo punto: si tratta proprio di una "rieducazione" che farà riacquistare al malato la padronanza del proprio sistema nervoso, che permetterà di pensare ed agire, che lo riadatterà al suo ambiente, alla vita normale, all'attività sociale. Ed ora il secondo punto: la natura di questa rieducazione deve essere "psicoterapica". Ignorando l'esistenza di qualsiasi medicamento essa mira a ristabilire l'equilibrio nervoso mediante semplici pratiche a sfondo psicologico. Siamo in grado di affermare che i medici possederanno un'arma potentissima che arricchirà straordinariamente il loro arsenale terapeutico e che molti nevropatici riacquisteranno la speranza e la fiducia se comprenderanno cosa sia una psiconevrosi sotto il punto di vista psicologico e soprattutto quando sapremo con certezza che la rieducazione psicoterapica può e deve render loro l'equilibrio e la gioia di vivere.