Nell'Occidente contemporaneo la costituzione viene considerata spesso, superficialmente, come una sorta di "supermarket" dei diritti, come il "manifesto" ideologico di una ipotetica società perfetta, o come un generico rimando retorico, regolarmente contraddetto dalla compressione delle libertà in nome di qualsiasi vera o presunta emergenza. Contro questi travisamenti è necessario riportare alla luce le radici del costituzionalismo come tradizione culturale, politica, giuridica in cui si è sedimentata l'idea della priorità del diritto sul potere, e dei limiti invalicabili che la dignità umana gli pone. Una tradizione originata nella cultura greca, romana ed ebraica, sintetizzata dall'umanesimo cristiano, concretizzata innanzitutto nel pluralismo istituzionale dell'Europa medievale. Lo Stato moderno, con le ideologie in esso sorte, ha rappresentato per la limitazione del potere una minaccia mortale, faticosamente contenuta dall'universalismo dei diritti naturali e dalla persistenza di pratiche comunitarie di autogoverno.