La Venezia di Borges è una Venezia fantastica o sognata a partire dalla storia e da letture variopinte, una Venezia per la mente e lo spirito più che per gli occhi, perché non si vede ma si conosce a menadito, si immagina, si pensa e si sente, come, d'altra parte, doveva fare Borges a causa della sua cecità. Dunque, «Venezia» è un crepuscolo al quadrato (o al cubo): una vignetta su una città crepuscolare in un testo e in un libro allo stesso modo crepuscolari.