Una fotografia attuale in cui l'antico, il vecchio, il recente e il nuovo si mescolano. La curiosità di osservare la cucina e la gastronomia e il loro perpetuo mutare tra tradizione e innovazione in quella parte importante della Lombardia che è chiamata da lungo tempo Brianza. La cucina brianzola non è tra quelle che stanno sotto i riflettori e sulla bocca di tutti, in Italia e nel Mondo, però a torto, perché non è un rimaneggiamento, in tono minore, della cucina milanese, una sua versione "casalinga" e "alla buona", come si legge troppo spesso, o rustica, campagnola, povera perché insufficiente di latte, di burro e di formaggi, cardine di quella ricca meneghina. Assomiglia sì a quelle lombarde e per molti versi anche a quelle dell'Italia intera ma non più di quanto non si differenzi, fatta com'è di una grande varietà di alimenti e prodotti, frutto di molteplici usanze all'ombra dei tanti campanili che popolano la Brianza. È, come altre, il risultato della facile e secolare commistione di usi e culture in campo alimentare e di nuovi prodotti: nel libro si va alla scoperta del ricco patrimonio di sapori e alimenti che le ultime popolazioni brianzole hanno lasciato alle nuove.