Un'immaginaria periferia bolognese, palazzoni che sembrano formicai e un sottobosco di esistenze sospese, irrigidite, racchiuse tra definizioni come "figlio", "madre" e "coniuge". Dora è una donna di trent'anni con una gamba in titanio e una sterilità che le preclude i propri sogni. Suo marito Fabio ha la stringente necessità di appartenere a qualcuno o a qualcosa. E poi ci sono Adele, una ragazza rimasta incinta precocemente, Manuel, tutto riccioli e malinconia, e Zeno, l'anti-eroe per antonomasia. Con questo potente romanzo, Silvia Avallone scava in profondità e ci racconta magistralmente le difficoltà e la bellezza di essere madri, padri e figli.