Negli anni in cui scrive il trattato "Du cubisme au classicisme", uscito nel 1921, Gino Severini inizia una riflessione profonda e uno studio attento sulle tecniche artistiche, raccogliendo le sue osservazioni in numerosi quaderni e taccuini. Questi documentano l'elaborazione pratica e concettuale di un gruppo di nature morte, seguite in tutte le fasi dell'esecuzione: la preparazione delle tele, la miscela dei colori impiegati, la composizione-impianto geometrico, il calcolo degli effetti di giustapposizione dei colori fino alle osservazioni sull'equilibrio d'insieme elaborate a posteriori. I quaderni, densi di inserti e ritagli, e arricchiti da trascrizioni da altre letture, con ricette o note tecniche, condensano il significato che ha il mestiere per un pittore formatosi durante il primo decennio del secolo, e sempre intento a imparare, con una tendenza spiccata all'autonormatività. Essi rivelano l'interazione fra un approccio sperimentale alla materia e un'attitudine all'ordine e alla geometria.