Nato da una lettura tenuta nel 1925 al Royal Institute of Great Britain, "Crime and Custom in Savage Society" (qui liberamente tradotto come "Delitto e castigo nella società selvaggia") affronta il problema della presenza o meno di un corpus giuridico nelle società native e le forze che portano l'uomo a rispettarne o trasgredirne le regole. Forte della sua esperienza sul campo scaturita qualche anno prima nel celebre "Argonauti del Pacifico Occidentale", Bronislaw Manilowski si pone in aperta polemica con gran parte delle teorie a lui precedenti e contemporanee, che volevano il nativo ora vivere nella completa anarchia, ora rispettare in modo cieco e timorato una lunga serie di proibizioni. Attingendo alla sua personale esperienza nelle isole Trobriand, l'antropologo polacco dimostra tramite esempi pratici come la società degli indigeni non sia né un paradiso anarchico, né un inferno di repressione ma, come tutte le società, viva una contrattazione continua e tutt'altro che statica tra le regole della tradizione e le passioni umane.