Sembra che in Italia la rivoluzione sessuale non sia mai arrivata, oppure si sia diffusa solo fra i giovanissimi, una malattia dei vent'anni da cui poi si guarisce e si dimentica con l'età. Le donne e i conformisti che oggi hanno 40-50 anni sembrano essere diventati seguaci di una strana setta sessuofobica, come se un potente anestetico avesse spento in loro ogni desiderio di natura erotica. Il problema si è particolarmente incancrenito nel nostro Paese, dove il popolo maschile non produce più poeti, santi e navigatori, ma solo repressi e sfigati. La libertà sessuale, il piacere innocente, l'emancipazione dei sensi non hanno mai attecchito qui da noi, sollevandoci dalla schiavitù del peccato e dei sensi di colpa. Proibito fare l'amore seguendo semplicemente la nostra natura; il sesso come amicizia, scoperta, comunicazione, esperienza dell'altro; godimento, desiderio, soddisfazione reciproca, senza l'obbligo di sovrapporre alla spontanea manifestazione dell'istinto naturale gli schemi, gli egoismi, l'asfissiante lealtà, i sacri giuramenti, i seriosi impegni, lo spietatodo ut des dei sentimenti, la mortificazione dei sensi, il sacrificio del vivere in coppia secondo l'italian way of life. Per chi non si adegua agli spaventosi tabù sessuali, all'astinenza perpetua e alla mortificazione del desiderio, non rimane altro che prendere l'aereo per Cuba, il Brasile, la Thailandia dove la donna è più flessibile, più spontanea, più "umana"...