Unico fra i grandi periodi della storia, il medioevo è anche un concetto polemico: additato dagli Umanisti, che rimpiangevano i fasti della classicità, come limbo pieno di disordine; accusato dalla Riforma di asfissiante papismo; definito dai Lumi come insieme di secoli bui; ripreso e rivalutato - sempre pretestuosamente - dal Romanticismo politico e letterario impegnato nelle prime «invenzioni della tradizione».
Ma se dalla parola-contenitore ci si sposta al reale contenuto di un intero millennio, la prospettiva cambia. Due importanti medievisti ripercorrono in modo cronologico e tematico un'incessante e sempre originale avventura di fondazione, a cui dobbiamo non poche delle nostre realtà politiche, economiche e religiose. A patto di rinunciare ad alcuni, apparentemente irriducibili, stereotipi colti.