Dove la storia finisce è il primo romanzo di Alessandro Piperno dai tempi di Inseparabili, il libro con cui ha vinto il Premio Strega nel 2012. Piperno, peraltro, è uno scrittore in grado di suscitare molte aspettative sin dai tempi del romanzo d’esordio, Con le peggiori intenzioni, pubblicato nel 2005, subito assurto a best seller da centinaia di migliaia di copie e trionfale vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Da allora la critica poi identifica in Piperno uno dei più dotati scrittori della sua generazione, se non il più dotato in assoluto (taluni sono perfino giunti a paragonare la sua prosa elegante e ricercata a quella del sommo Marcel Proust, autore che comunque Piperno ammira e conosce molto bene tanto da avergli dedicato parecchi articoli e ben due saggi).
Dove inizia la storia? Dalla fotografia in copertina: siamo sull’aereo che dall’America riporta a casa, Matteo Zevi, fuggito dall’Italia sedici anni addietro. Era scappato dall’Italia dopo aver fatto cattivi affari con gli usurai, abbandonando i figli - nel frattempo diventati adulti e a loro volta cominciano a creare, con fatica, altre famiglie - e la moglie, Federica, che però lo ha sempre aspettato come una Penelope dei nostri giorni.
Dove la storia finiscenon è solo un romanzo sul ritorno, ma tante altre cose: un omaggio alla città di Matteo, una Roma spettacolare e degenerata, ma anche un affresco familiare affollato di bei personaggi; un originale saggio sulla borghesia romanesca, oppure una commedia degli equivoci sulle riconciliazioni e, allo stesso tempo, e più di tutto, una tenerissima storia d’amore fra due coniugi divisi da anni di lontananza. Oltre alla limpida perfezione della scrittura di Piperno (più matura e misurata, un vero piacere per il lettore più esigente, da centellinare a ogni paragrafo) il libro tiene in serbo un finale sorprendente, di cui naturalmente non possiamo svelare nulla di più.
La stampa dice:
Chiudi il romanzo di Piperno e hai l'impressione che i personaggi non vogliano smettere di raccontarsi e di farsi raccontare. P.G. Battista, Il corriere della Sera
Una prova di talento. Angelo Guglielmi, Tuttolibri, La Stampa
Piperno è architetto di mondi da cui non vorresti mai allontanarti. Elena Stancanelli, D – La Repubblica
Una scrittura affascinante, fluidissima e più che mai spiazzante che, divertendo, riesce a mostrarci dove siamo. Titti Marrone, Il Mattino
Un romanzo insieme tragico e allegro, severissimo e affettuoso, pieno di tenerezze per le meschinerie e gli egoismi dei suoi personaggi. Annalena Benini, Il Foglio
Come Balzac, Piperno ha l’effetto di un pranzo di famiglia, non ci si salva da punzecchiature passate e presenti, colpe e desideri inesauriti, riscatti perenni, curiosità sessuali, gelosie inesprimibili e dipendenze emotive. Giulio Silvano, l’Unità
Piperno ritorna ed è in gran forma. Con il suo lessico sublime e ricercato, indaga nell'animo delle persone raccontando l'ambiente famigliare come nessuno è in grado di fare. I vizi, i segreti, le bugie ma anche i gesti d'affetto, la voglia di buttarsi alle spalle i malintesi per ridare una seconda possibilità che in fondo tutti ci meritiamo. Bello, intenso, una scrittura tesa e perfetta, senza sbavature, e un finale che nessuno si aspetta.
Alessandro Piperno nasce a Roma il 25 marzo 1972 ed è uno scrittore, critico letterario e accademico italiano. Da famiglia di origine ebraica inizia gli studi universitari in Toscana, a Pisa laureandosi poi a Roma in Letteratura francese presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Sempre a Roma diventa presto professore a contratto e infine ricercatore dall'ottobre 2008 sempre in Letteratura francese.
Nel 2000 ha pubblicato per FrancoAngeli un saggio critico sulla figura di Marcel Proust dal titolo Proust antiebreo.