Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.
La prima volta che ho letto questo libro è stata nel settembre dello scorso anno ed è stato subito amore a prima vista. Molti affermano che questo libro sia tutto fumo e niente arrosto, che l'autore abbia gonfiato di proposito la storia per vendere, ecc... Premesso che un romanzo ha sempre abbellimenti, "Educazione siberiana" è un racconto crudo e realistico di una strana comunità di "criminali onesti" (è un paradosso, vero?). I criminali della Transinistria seguono determinati codici, non danno valore ai soldi ma guai a non rispettare le cerimonie di rispetto da criminale a criminale. Lilin ci racconta di una comunità molto unita, dove si impara a riparare i torti fin da bambini, armati di coltelli e, da ragazzini, di pistole e dove i tatuaggi raccontano il curriculum criminale di chi li indossa. Luci e ombre in questo racconto di crescita sicuramente anomala, fatta di tante contraddizioni: basti pensare che gli omosessuali non devono nemmeno essere guardati per evitare il contagio ma i disabili sono "angeli voluti dal Signore per riparare ai nostri peccati". Sembra un mondo a parte, quello di "Educazione siberiana" ma il racconto di Lilin riesce a coinvolgere dalla prima all'ultima riga.
Educazione siberiana
jimmydoyle - 29/10/2014 18:47
3/
5
La pericolosa macchina di un marketing ben gestito, sommata a film di successo ad essi ispirati, gonfiano di aspettative libri che per questo sono chiamati ad eccellere. I tosti, successi che superano l'immaginazione di qualsiasi regista o abile pubblicitario perchè semplicemente "si respirano" e toccano profondamente durante, per tutta la durata della lettura, e anche dopo la fine, sono quei libri che tengono testa a tutto questo, ci combattono, e vincono. Non è il caso di questo Educazione Siberiana. Indubbiamente buono, raro per l'argomento trattato, ma non meritevole di questo successo.
Il primo capitolo è un ottimo inizio ed anche la prima fase, tutta, ma dalla metà c'è la fastidiosa sensazione di noia, per la monotonia e lo stile. Quest'ultimo adeguato ad un protagonista adolescente, anche se elementare. Sembra un racconto intorno a un fuoco, senza talento narrativo o leziosismi lessicali. Il vantaggio è sicuramente l'ambientazione russa, la curiosità su un popolo criminale così paradossale da costituire una società a sè stante. Tuttavia, se si è disposti ad allontanarsi da questo contesto per volare in una più canonica America, consiglio Little Boy Blue di Edward Bunker, meno digeribile e più verosimile.
Educazione siberiana
alexandralis - 27/06/2014 11:21
5/
5
Un autore diverso da tutti quanti, ma sicuramente con una storia unica. Riesce a farti apprezzare una cultura diversa dalla tua, a capire come l'educazione influenza la personalità della persona in modi diversi (la base della crescita, i mattoni che l'ambiente in cui vivi ti regala)
Ho amato le sue lunghe descrizioni, l'umorismo e ho apprezzato la crudeltà descrittiva di alcuni momenti.
antonellacabrasyahooit - 02/04/2017 19:52
jimmydoyle - 29/10/2014 18:47
alexandralis - 27/06/2014 11:21