Può un grande amore sfociare in una caccia all'uomo che dura una vita? Sì, se uno dei personaggi di questa storia è Joaquín Guzmán, meglio noto come El Chapo, incontrastato signore della droga, partito con niente e diventato negli anni padrone indiscusso del Messico, proprio come Pablo Escobar lo era stato della Colombia. Capo di quel cartello di Sinaloa di cui Don Winslow ha raccontato imprese e miserie nel "Potere del cane", El Chapo è ritenuto responsabile dell'assassinio di oltre diecimila persone dai primi anni Ottanta a oggi ed è stato artefice di due spettacolari evasioni prima dell'ultimo arresto, nel gennaio 2016. Per catturarlo, l'FBI ha sfruttato come esca inconsapevole anche Sean Penn, che lo aveva intervistato pochi mesi prima per «Rolling Stone» raggiungendolo tra varie peripezie nel suo nascondiglio segreto. L'altra protagonista della storia è Jessica, cresciuta con El Chapo e sua amante, ma soprattutto agente sotto copertura della DEA, l'agenzia federale statunitense contro il narcotraffico. Dal giorno in cui lui sparisce senza lasciare traccia, lei consacra la sua vita alla missione di arrestarlo diventandone la nemica numero uno. La storia del Chapo, che ha ispirato l'omonima serie di Netflix, è scandita da omicidi, fughe spettacolari, patti di sangue e clamorosi tradimenti. A raccontarla, mescolando sapientemente cronaca e fiction, è Andrés López López, insider in quanto ex narco ed esponente di rilievo del cartello di Norte del Valle.