Camus è statoun uomo in costante ricerca: una inquietudine tutt'altro che estranea alla tradizione biblica, anzi connaturale in qualche modo alla fede stessa. Iltravaglio interiore che non ha mai cercato di nascondere si presenta per lo più come una lotta contro un indefinibile quanto inaccettabile senso di colpa che si traduce in una solitaria rivolta contro Dio ed in una accusa di ingiustizia nei suoi confronti. Qualunque esito si voglia dare a questo contenzioso, il mondo resta comunque sotto il segno dell'assurdo. Per uscire da questo vicolo cieco bisogna porre la questione del senso della vita da un altro punto di vista, abbandonando l'ossessionante alternativa della colpa e dell'innocenza che, a ben vedere, nasconde solo una raffinata forma di egocentrismo. Ciò può avvenire soltanto attraverso la scoperta della dimensione comunitaria della propria esistenza e della condivisione della lotta contro il male e l'ingiustizia. Da qui la elaborazione di un'etica della solidarietà, la cui affinità all'ethos cristiano si rivela nelle parole stesse dell'Autore, da sempre affascinato dalla figura del Cristo e per questo instancabile provocatore del credente.