Nella vicenda di Faust, simbolo dell'anima umana lacerata dal conflitto tra bene e male, salvezza e dannazione, si mescolano magia e filtri di giovinezza, patti col demonio e tragedie d'amore. Già presente nella cultura europea, essa venne interpretata da autori di ogni epoca, da Christopher Marlowe a Paul Valéry, da Lessing a Thomas Mann. Goethe iniziò a stendere un testo teatrale sulla leggenda di Faust a diciannove anni e vi lavorò per tutta la vita, approdando a una versione definitiva del dramma solo nel 1831, pochi mesi prima della morte.
La traduzione di Franco Fortini è più comprensibile di altre che mi è capitato di sfogliare. Il libro ha una bella introduzione, e le note in fondo al volume sono sobrie ed esaustive. Il capolavoro di Goethe, a volerlo conoscere nella sua integralità, non può non sorprendere; soprattutto coloro che non sanno niente della seconda parte - divisa a sua volta in cinque atti - e che nei primi quattro di questi è uno scorrere di immagini, situazioni e personaggi quasi delirante. L'ultima scena, che mi era ben nota per la messa in musica da parte di Gustav Mahler, alla fin fine rimane la più comprensibile..
antonio bindi - 13/08/2018 12:09