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Una nascita segreta, il 6 febbraio 1932, un'infanzia quasi clandestina in casa dei genitori ostili: la vita di François Truffaut è subito romanzesca. Nella Parigi occupata, è il tempo dei colpi di testa, degli amici per la vita. Lettore appassionato, spettatore infaticabile - vede e rivede centinaia di film -, a sedici anni fonda un cineclub e si indebita. E' la rottura con i genitori, il riformatorio, la prigione militare. Ma la personalità febbrile di François Truffaut intriga e seduce Genet, Cocteau e soprattutto André Bazin, che gli permette di scrivere sui "Cahiers du cinéma". Rapidamente il giovane autodidatta diventa il critico più in vista degli anni '50. Incontra i maestri che ammira, Renoir, Ophuls, Rossellini, Hitchcock. "Il film di domani sarà girato da avventurieri", scrive su "Arts". I colpi di testa dell'infanzia diventano cinema e si impongono come un film-manifesto ("I quattrocento colpi"). François Truffaut è la punta di diamante della Nouvelle Vague, crea una propria casa di produzione, Les Films du Carrosse, è il regista e l'amico delle più grandi star francesi, Jeanne Moreau, Catherine Deneuve, Isabelle Adjani, Fanny Ardant... "I film sono più armoniosi della vita", dirà, ma è la vita, la sua vita, l'uomo con le sue molteplici sfaccettature, che si lascia indovinare attraverso i personaggi dei suoi ventuno film: Antoine Doinel, l'adolescente dei "Quattrocento colpi", Ferrand, il regista innamorato delle attrici di "Effetto notte", Bertrand Morane, il seduttore di "L'uomo che amava le donne", Julien Davenne, l'uomo che si vota al culto dei morti in "La camera verde"... François Truffaut aveva intenzione di raccontare la sua vita. Da ciò nasce questa biografia, costruita sulla base delle preziose testimonianze dei suoi amici e sugli straordinari archivi personali, per la prima volta resi accessibili.