"Il problema della conoscenza si delinea agli occhi di Culianu, sempre più con il passare degli anni, come il problema della «mente», della sua oscura capacità di accesso a, tendenzialmente, infinite dimensioni spazio-temporali. I «viaggi dell'anima» - che questo libro indaga in una molteplicità di culture, ricercando elementi di unità - sono esattamente le tracce di questo periplo nella mente e nell'immaginazione umana, la quale produce forme storiche ricorrenti ma anche, sorprendentemente e inspiegabilmente, inattese (e sono quei casi dove Culianu sembra forzare una forma dentro l'altra, pur di conservare una costante nell'inesplicabile). La mente diviene l'oscuro territorio di una ascesi e di uno sconfinamento oltre le ristrette frontiere del reale; i confini di quell'unica dimensione a cui il reale viene ridotto dall'uniformità della percezione comune, a cui Culianu contrappone l'aristotelico «senso interno», prodromo di quella che lui chiamerà la «mente». Certamente, questo processo, questo cammino dall'oscurità della storia alla unitarietà di princìpi semplici a fondamento di tutto, che Culianu intraprende affidandosi ai saperi più avanzati, compresi quelli tecno-scientifici della contemporaneità, ricorda il cammino degli gnostici capaci di liberare la scintilla di luce contenuta nella prigione della materia sospingendola, attraverso una pluralità di mondi, verso l'oltre, l'ignoto o l'indefinibile dio di luce, la Mente perfetta, l'anarchos, senza cominciamento né causa, che parla, con voce di tuono, in uno dei più enigmatici e potenti manoscritti di Nag Hammadi. E, come spesso accade leggendo l'opera di Culianu, si ha la sensazione di una circolarità dei pensieri che mai davvero scompaiono ma ritornano sotto sempre nuove forme, aggiungendo sfumature mai prima percepite." (Dallo scritto di Federico Ferrari)