«Sì, è il mio primo romanzo, l'ho scritto che avevo poco più di vent'anni: non di getto. Adesso lei mi chiede che impressione ho avuto nel rileggerlo dopo una infinità di tempo, perché glielo confermo: non lo rileggevo da una infinità di tempo. Allora. Se devo essere proprio sincero, le dico che, oltre alla tenerezza, ho provato stupore per il coraggio con il quale mi sono esposto. Guardi: ci sono tre giovani uomini e una ragazza molto seducente che vivono in una villa, immersa in un parco alla periferia di una città. Progettano itinerari, guardano film e documentari, raccolgono memorie, soprattutto aspettano un personaggio, si chiama Godot, che vive a Ginevra e deve tornare a salvarli. E questa è la cornice. Ma dentro, davvero, ci ho messo tutto: l'amore, la morte, il tempo, mi chiedo come ho fatto.» (Giorgio Montefoschi)