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Può essere che Ian Fleming, come spesso gli accadeva, abbia usato Goldfinger per regolare qualche conto, o sublimare alcuni desiderata. Di fatto la sconfitta, nell'estate del 1957, ai campionati semiprofessionistici del Berkshire Golf Club non gli era andata giù, e ancora meno gli stavano piacendo i progetti di Ernõ Goldfinger, l'architetto che in tutta l'Inghilterra demoliva palazzi vittoriani, sostituendoli con discutibili edifici modernisti. Quanto alla sua attraente vicina di casa a Goldeneye, che sarebbe diventata sua amante, somigliava anche troppo a Miss Galore: solo che si chiamava Bianche Blackwell, mentre «Pussy» era il nome in codice di un'agente segreta conosciuta da Fleming durante la guerra. Serviva altro, per scrivere il romanzo fino ad allora più complesso della serie, e da allora in poi forse il più celebre? Be', sì, serviva la storia, a dir poco rocambolesca, del «più grande colpo di ogni tempo». Parola di Auric Goldfinger.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 14/12/2024 19:06
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"Goldfinger" (1959) è il romanzo più complesso della serie di 007 e forse il più celebre.
Facciamo dunque la conoscenza di Auric Goldfinger, il villain più riuscito della saga: presentato come un piccoletto rubizzo affetto da manie di grandezza, è invero un inglese multimilionario che si circonda da coreani (in particolare dal silenzioso Oddjob, armato di una bombetta dalle falde affilate che lancia come fosse un frisbee). Il personaggio sembra ispirato a Ernö Goldfinger, l'architetto che in tutta l'Inghilterra demoliva palazzi vittoriani sostituendoli con discutibili edifici modernisti. James Bond avvicina Goldfinger, sospettato di traffico d'oro, al campo di golf dove giocano entrambi: la macro-sequenza della partita si basa su descrizioni così particolareggiate che a lungo andare avvincono come in un duello. Si dice che Ian Fleming si servì di quest'opera per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: non gli era andata giù la sconfitta nell'estate del 1958 ai campionati semiprofessionistici del Berkshire Golf Club.
Le cose si complicano con l'entrata in scena di Tilly Masterton, una donna in cerca di vendetta personale contro il genio criminale: questi, infatti, ha il feticismo di ricoprire di vernice d'oro le belle ragazze di cui si circonda, ma nel caso della sorella di Tilly (nonché amante di Bond) l'ha fatta ricoprire fino al punto di soffocarla, punendola così per il suo tradimento. James Bond sospettava Goldfinger di essere colluso con la SMERSH, i servizi segreti sovietici, ma ora quando finisce suo prigioniero insieme a Tilly, lui stesso viene costretto a prendere parte al "più grande colpo di ogni tempo": Goldfinger riunisce "l'aristocrazia della malavita americana" con l'obiettivo di svaligiare nientemeno che Fort Knox.
Anche l'omonimo film è considerato dai fan e dalla critica uno dei migliori della serie, quello che impostò la formula-Bond come modello del cinema d'azione degli anni sessanta. Fatto per grandi sequenze, il libro è uno dei più raffinati della serie, e la grande rapina finale una delle più coinvolgenti mai messe in atto...
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