"Graphic design syndrome. La vita di un progettista grafico" nasce dalla necessità di riscatto della figura professionale tanto attuale, quanto negata del graphic designer. Denuncia in chiave ironica, tra disegni e scrittura, l'estenuante lotta all'estinzione dei progettisti grafici. Supporta gli addetti ai lavori e permette a coloro che li circondano di immedesimarsi, almeno per un po', nella loro quotidianità. La graphic design syndrome, ovvero la GDS, è la patologia tipica di chi si dedica a questo mestiere. Lo sa bene Anita, la protagonista del libro, che tra deadline imminenti, clienti esigenti e occhiaie permanenti rivendica la componente progettuale insita nella disciplina grafica e si ribella a coloro che vedono il graphic designer come un semplice esecutore.