Steve Bannon negli Stati Uniti, Aleksandr Dugin in Russia, Olavo de Carvalho in Brasile. Tutti saliti al potere nell'ultimo decennio. Tutti affiliati a un movimento filosofico oscuro, con radici in Italia, chiamato Tradizionalismo. Fin dalla sua nascita all'inizio del XX secolo, il Tradizionalismo si è detto contro la modernità e i valori illuministici. I pensatori tradizionalisti celebravano la gerarchia, denunciavano il progresso e consideravano il secolarismo liberale, il capitalismo e il comunismo forze allineate che operavano per sostituire le norme sociali, culturali e politiche. L'etnografo Benjamin Teitelbaum ha studiato il Tradizionalismo per anni come una sorta di novità, associata a una sottosezione irrequieta della destra - troppo antisociale per l'attivismo e sostanzialmente priva di influenza. Eppure, quando Steve Bannon entrò alla Casa Bianca nel 2017, le notizie che trapelavano su di lui suggerivano che era un avido lettore degli insegnamenti Tradizionalisti. Teitelbaum ha passato anni a infiltrarsi in questo strano gruppo di sedicenti pensatori, guru e influenzatori e ad arrivare al cuore della loro filosofia. Attraverso interviste esclusive e un contesto storico approfondito, rivela la visione radicale del mondo che infonde il pensiero di figure potenti di oggi e che ispira una reinterpretazione rinnegata dell'umanità, della geopolitica e della storia.