Trascorsi dodici anni in terra straniera, Al Mustafa (l'Eletto di Dio), sente che è giunto il momento di tornare all'isola natìa.
In procinto di salpare, affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte sui grandi temi della vita e della morte, dell'amore e della fede, del bene e del male.
Pubblicato a New York nel 1923, "Il Profeta" viene accolto con gran favore di pubblico. Soprattutto i giovani vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l'interesse per il capolavoro del poeta libanese è rimasto immutato.
Il clima sospeso e rarefatto dell'opera, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica incisiva e visionaria, l'incontro tra la cultura orientale e l'occidentale, il felice connubio di di filosofia, psicologia e spiritualità rendono "Il Profeta" un testo carico d'ispirazione e assai attuale.