Raramente Simenon ha creato un intreccio cosi ricco e frizzante come in questo romanzo, che e stato definito «un Maigret senza Maigret», e in cui ritroviamo, in compenso, alcuni dei suoi celebri «comprimari»: Lucas, qui promosso commissario, e il perennemente scalognato ispettore Lognon. Sullo sfondo dei quartieri piu chic di Parigi, tra i caffe degli Champs-Elysees e gli alberghi di lusso intorno all'Opera, lo scrittore si diverte a mescolare con spettacolosa abilita la scomparsa di un cadavere, una banda di gangster, una «pupa» che e uno schianto, un faccendiere ungherese, l'alta finanza, l'alta societa, la Polizia giudiziaria e un rapimento da film americano. Ma, soprattutto, da vita a uno dei suoi personaggi piu accattivanti: Ugo Mosselbach, detto il Sorcio, un anziano barbone di origine alsaziana (in passato organista e insegnante di solfeggio), il quale, tutt'altro che mortificato dalla sua condizione, e una sorta di guitto beffardo, che Simenon descrive cosi: «un ometto magro, con due occhi eccezionalmente vivaci e maliziosi, una peluria rossiccia che tendeva al bianco sporco e un modo personalissimo di portare stracci troppo grandi per lui con una dignita che rasentava l'eleganza». La sera in cui trova un portafogli gonfio di dollari, il Sorcio architetta un piano infallibile, che dovrebbe permettergli di comprarsi la vecchia canonica di Bischwiller-sur-Moder dove sogna di finire i suoi giorni. C'e purtroppo un piccolo dettaglio, che complichera parecchio le cose: il portafogli era accanto a un cadavere. Sara la curiosita (ma anche la voglia di sfidare l'ispettore Lognon!) a spingerlo a condurre una sua indagine parallela, che lo catapultera in una sequela di guai. Un romanzo che ha i toni di una commedia poliziesca, magistralmente orchestrata da Simenon su un tempo di "allegretto".