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La quotidianità nella sua essenza non ha tempo, non appartiene a un contesto storico. Alessandro Canzian ci mostra, in questo suo excursus tra vicini di casa, che l'anonima condizione delle innumerevoli figure umane si ripete nel tempo, mutando d'abito più che di sostanza. Ma il poeta è pure bene attento ai dettagli epocali, al rinnovato muoversi della superficie nelle vite ordinarie e ci propone una serie di figure, che possono rimandare al grande esempio di Pagliarani, della sua "Ragazza Carla". Figure femminili o maschili delle quali ci narra con affabile parola, insieme partecipe e critica. Personaggi che vivono la loro condizione tra routine, dolori anche forti e adesione implicita alla comune varietà delle loro vicende. C'è chi urla, soffre, e non sa che forse «ogni passo è una caduta» o che il tempo dato agli esistenti «non coincide con la vita». Giovani o anziani, nativi o immigrati appartengono a un microcosmo dove riescono anche a emergere tracce di elementare saggezza del vivere. Canzian ne rappresenta l'insieme in veloci tratti, in formelle discrete e di limpida nettezza comunicativa, testimonianza lirica capace di ricondurci al complesso intreccio in cui viviamo.