Lucilla è una donna felice, ha una bella famiglia, è stimata nella sua professione, ha un viso curato e una monovolume. Un giorno al supermercato incontra un ragazzo che la guarda con insistenza. Lui è bello, e a Lucilla piace. Il libro è la storia di un frigorifero, di una pila di bozze di stampa, di un ricatto, di un bambino che dorme sotto il tavolo, di un furgoncino posteggiato sempre nel solito posto, di una serie di errori non fortuiti, dei sotterranei di una fabbrica abbandonata, di uno studente fuori sede ritrovato nel suo appartamento, di un figlio grasso, di una macchina fotografica digitale acquistata a Cesano Boscone. Ma soprattutto è la storia di un solitario correttore di bozze, tormentato dai fantasmi delle costruzioni intellettuali con cui ha quotidianamente ha a che fare. Sempre più lontano dalla realtà immagina, e forse mette in pratica, un piano per vendicarsi.
L'idea che propone questo romanzo è affascinante e molto coinvolgente: un correttore di bozze, mestiere un po' desueto, ci mostra il backstage della pubblicazione di un libro, proponendoci errori, refusi, abissi di ignoranza e incompetenza che stanno dietro a tente operazioni editoriali. Alcune pagine del libro sono gustose e preziose per ogni lettore forte, ma, malgrado la grande perizia linguistica, la capacità di giocare con il lessico, la approfondita conoscenza sintattico grammaticale che sembra far difetto a tanti scrittori, anche affermati e di cui l'autore fa sfoggio, il romanzo alla fine risulta irrisolto e l'intreccio subisce una involuzione, soprattutto nella parte finale, che delude le aspettative.Molto azzeccata la descrizione del personaggio femminile, la capo redattrice di una importante casa editrice, supponente quanto incompetente, ma raccomandatissima! Molto bella comunque la copertina pensata dall'editore Sellerio!
Elisabetta Bolondi - 22/11/2007 20:55