"Il cristianesimo e il pensiero filosofico cinese" è un volume che si pone come disamina introduttiva, dal punto di vista storico, di alcune delle fasi più rilevanti dell'incontro, avvenuto attraverso i secoli e in parte attraverso la via della seta, tra il cristianesimo ed il pensiero filosofico cinese, preesistente e contemporaneo. Il volume si apre con un quadro storico della filosofia in Cina prima dell'incontro con la civiltà occidentale rappresentata dal cristianesimo, in particolare, dal nestorianesimo, intorno al 630 d.C. Dopo aver presentato il Confucianesimo se ne descrive l'eclissi seguita dall'apogeo del Buddismo e del Taoismo sotto i Tang. Attraverso una sintesi filosofica del neoconfucianesimo in epoca Song si giunge alla dinastia mongola degli Yuan (1279-1368) e alla restaurazione della Cultura e dello Stato cinese sotto i Ming (1368-1644). Si descrive, poi, il periodo dell'arrivo in Cina dei primi gesuiti e di Matteo Ricci. Del Ricci si descrive la sua posizione nei confronti del Buddismo, del Taoismo e del Confucianesimo. Il volume termina con la "Controversia dei Riti Cinesi" che avrà fine solo l'8 dicembre del 1939 quando Pio XII riconoscerà il carattere prettamente civile dei riti cinesi.