«L'infinito si può scovare dappertutto in questo posto, e ogni cosa, ogni persona, ha un suo particolare stupore, dolore.» Il fabbricante di armonia, pubblicato per la prima volta nel 1985 e preceduto da una versione radiofonica trasmessa dalla RAI, ripercorre attraverso lo sguardo di Antonio de Ferrariis, detto il Galateo, le vicende dell'assedio turco di Otranto del 1480. L'estro inventivo e linguistico di Verri trasforma il nostos del grande umanista in un'occasione per riflettere attorno alla storia e alla cultura del proprio territorio d'origine. Nel suo viaggio di ritorno, un `io' intimamente slogato e scisso è concentrato a ricostruire, a `fabbricare' l'armonia, interiore e cosmica, di una nuova consapevolezza identitaria. «Galateo fa ritorno alla sua terra esattamente nel tempo in cui si fonda l'enigma di uno dei luoghi più centrali del Mediterraneo che coltiva ossessivamente la sua marginalità fino a farne emblema più del delfino che reca in bocca il dono della mezzaluna. Omaggio quanto mai simbolico per una terra di mezzo, tra due mari, l'Adriatico, il più mitteleuropeo di quelli mediterranei e lo Ionio che più greco non si può.»