Un libro che è un pugno allo stomaco, che l'autore presenta così: "Su un giornale ho letto qualche riga in un articolo di taglio basso che raccontava di quattro suicidi in dieci giorni nella sola provincia di Teramo: una donna di 33 anni, un padre di famiglia di 55, un signore di 63, per ultimo un ragazzo di 27 anni che si è impiccato dopo aver ricevuto comunicazione che il suo contratto a termine da cameriere in un hotel non gli sarebbe stato rinnovato per la crisi Covid. Accendo la tv e vedo una nota conduttrice inginocchiata e commossa. Ho sperato che fosse per quel giovane sfortunato. No, era una sceneggiata per un nero ucciso da un poliziotto bianco in America. Campeggiava una scritta nello studio televisivo: "Black lives matter". Le vite dei neri contano. Non sarebbe stato più chiaro un "la vita conta"? In Italia nessun nero è mai stato ucciso da un poliziotto bianco ma, come cantava Gaber, quando è moda è moda. Per quella donna, quel papà, quel signore e quel ragazzo morto impiccato neanche un gemito, neanche un ricordo, nessuna lacrima. Non un minimo di considerazione per il grido dei penultimi che dicono: non ce la facciamo più".